Il pensiero, vola alto
in quel cielo che un dì
era sereno… tra il
grigiore d’infinite scie,
lasciate ovunque da quei
maledetti e grossi uccelli,
portatori di morte e
irreparabile distruzione.
Vola alto, così come
plana a bassa quota,
tra campi una volta
in fiore, tra caseggiati
dimora di umile gente,
a contare le anime sante
e coloro che, rimasti qui,
raccolgono i cocci, in lacrime.
Atterra… per carezzare
quei bimbi, rei solo d’essere
nati in un mondo sbagliato,
tutto da rifare… atterra,
per dar forza ai loro cari
ormai vittime dell’angoscia,
per le pene loro inflitte
da mostri, ancora chiamati uomini!
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