Audace
miagolio che
irrompi
nella notte
esausta di
stelle,
sommesso
guaire che
trafiggi
la quiete
profusa dai
sogni,
echi di versi
lontani
si spengono
pian piano
per scivolare
leggeri
nell’indifferenza
umana.
È la voce
degli
abbandonati a
sé
è la voce
minuta delle
tenebre
è la dura voce
della
coscienza
che rivolta
gli animi
luridi;
è la pacata
voce di un
amico
a quattro
zampe, che
ancora ama
il suo boia
impietrito nel
tempo
e consumatosi
nella
stupidità
della sua
feroce
supremazia.
È la voce
gioconda di
chi fedele
ricambia, con
immutato
amore,
quel
volontario pio
e saggio
che lo ha
restituito
alla vita,
accogliendolo
fra le sue
braccia.
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