Terzo mondo

Mai più, rivedere vorrò

quei piccoli sguardi

smarriti nel vuoto

e incavati nei volti

di quegli esili corpicini;

la fame, la sete

e le malattie d’ogni

genere, li han ridotti

alla pura somiglianza

di scheletri viventi…

L’avarizia e l’iniquità

di popoli supremi che

li hanno oppressi e

oltraggiati oltre ogni

limite di sopravvivenza;

nel dimenticare ogni

amore e fratellanza,

pur d’accaparrare ricchezze

da sperperare in una vita

fatta d’odio e d’indigenza…

Mi mortificano nell’essere,

d’appartenere ad una parte

di terra, che di buono…

ha solo l’illusione

d’essere diversa;

diversa da un terzo mondo

che ognuno di noi

ha generato suo malgrado,

accumulando inutili tesori

e false nobiltà.

 

 

© Paolo Visconti